Vi Cunto e Canto la Simeide – rettifica orario
Sabato 28 / H. 21 / Biblioteca La Fornace
Vi Cunto e Canto la Simeide
Presentazione in reading concerto del libro
“La Simeide, una lotta vincente” di Tullio Bugari
“La Simeide, una lotta vincente”, di Tullio Bugari, Serieditore: la storia della Sima di Jesi nel Novecento e la ricostruzione della lunga vertenza tra gli anni Settanta e Novanta, la mobilitazione operaia, il supporto della città, le soluzioni.
La memoria della Sima di Jesi sembra essersi cancellata in fretta, come se non fosse mai esistita e tutto si sia chiuso nel fallimento. Eppure presso l’uscita Jesi est della superstrada, è attivo ancora oggi lo stabilimento di via Roncaglia, con circa 250 operai, proprietà Caterpillar, con la stessa produzione di allora, cilindri oleodinamici.
Quello stabilimento continua ad esistere grazie alla lotta degli operai della Sima storica, tra gli anni Settanta e Ottanta, quando una scellerata gestione aziendale della proprietà rischiava di portarla al fallimento. Gli operai decisero fin dal primo giorno che bisognava cambiare la proprietà, trovandone una più affidabile, per continuare a garantire la continuità della produzione e dell’occupazione.
La Sima non era soltanto il lavoro per un po’ di famiglie anche se molte (circa 700 dipendenti nel momento di massima espansione e oltre duemila i lavoratori dell’indotto, da tutti i comuni della valle esina) ma era anche il risultato di un secolo di industrializzazione e di sviluppo, con maestranze qualificate e una posizione aziendale di leadership europea nel suo comparto. Un patrimonio sociale, che si traduceva anche in occupazione, elevata qualificazione a tutti i livelli, e poi partecipazione democratica dei lavoratori con il primo consiglio di fabbrica sorto nella provincia, e poi spacci aziendali, mutua interna, tutte cose gestite dagli operai, e ancora un comitato antifascista di fabbrica e un comitato contro il terrorismo con tutti i partiti politici della città, insomma era un forte punto di riferimento politico, sociale e culturale.
Tutto questo rischiava di essere distrutto dalla cattiva gestione della proprietà
Il libro vuole ricordare tutto questo, il contesto storico e sociale attorno alla Sima, il forte rapporto dell’azienda con il suo territorio, essenziale nel momento della crisi: gli operai della Sima non furono mai soli, attorno a loro una una grande partecipazione di tutti i partiti e le istituzioni locali, e in mezzo loro, gli operai, in prima persona con una mobilitazione durata dodici anni, con cortei, assemblee aperte, riunioni a tutti i livelli, incontri frequenti anche con i vari ministri al lavoro o all’industria, incontrarono anche il Presidente Pertini, e poi trasmissioni televisive, conferenze stampa e nei momenti più aspri anche blocchi stradali e occupazioni della ferrovia: fermarono il treno più di venti volte in quegli anni.
Il libro ricostruisce la vicenda attraverso i comunicati stampa e i volantini scritti dagli operai – ho utilizzato in particolare gli archivi di Cesare Tittarelli e di Paolo Mancini, e poi quello conservato dall’ex sindaco Aroldio Cascia. Quindi è un racconto “dal punto di vista degli operai”, come loro vedevano la vocenda giorno per giorno. Poii ho esaminato i documenti, gli accordi, le lettere, le varie trattative con i pretendenti al ruolo di nuovo proprietario, talvolta truffaldini interessati solo agli aiuti finanziari pubblici – qualcuno finì anche in galera -, e inoltre si resero necessari perfino interventi legislativi specifici ma alla fine si trovò una soluzione adeguata alla situazione, approvata in assemblea dagli operai.
Non fu un regalo quello che ottennero. Era costato sacrifici, cassa integrazione, assegni pagati sempre con grandi ritardi, e poi la nuova soluzione andava gestita, l’applicazione dell’accordo non aveva automatismi, ci vollero ulteriori sei anni prima del passaggio ulteriore alla Caterpillar nel 1996, circa venti anni dopo l’inizio della mobilitazione, cedendo su diversi aspetti, con molti operai già andati in pensione o trasferitesi in altre aziende, ma la continuità aziendale era stata ottenuta, e anche l’occupazione, seppure per diversi di loro, chiamati negli ultimi anni “i senza fabbrica”, dovette avvenire in forma alternativa. Non rientrarono più. Per questo nel libro affermo che la Sima fu una lotta vincente, aggiungendo anche che una fu una vittoria con un retrogusto amaro, ma forse proprio per questo retrogusto divenne anche una vittoria più piena, di nuovo davvero di tutti, come erano stati uniti nei momenti più alti di mobilitazione.
Il libro si divide in tre parti, nella prima racconto il contesto storico e sociale precedente, nel secondo i dodici anni della vertenza per arrivare all’accordo con il primo cambio di proprietà, nella terza parte l’applicazione di quell’accordo e la vicenda dei “senza fabbrica” fino alla loro definitiva sistemazione, e infine per tutti gli altri il passaggio definitivo alla Caterpillar, per iniziare una nuova storia.
Nel libro si racconta ogni singolo passaggio, anche quelli più problematici, seguendo le vicende con la cadenza della cronaca, l’unica in grado di restituire il grande respiro della partecipazione dei lavoratori e della città attorno a loro. Il tutto è raccontato usando il linguaggio del romanzo, ma al tempo stesso è tutto scrupolosamente documentato, con circa 700 note a fondo pagina. Mi è sembrata un’epopea e l’ho chiamata La Simeide.
Il libro è diventato anche uno spettacolo, un reading concerto con letture scelte che ripercorrono i momenti principali della storia, alternate con canzoni originali, scritte da noi – il gruppo che mi accompagna nei miei reading si chiama “Vi Cunto e Canto band”- tra le quali anche una canzone dedicata in modo direttoi a quando gli operai blocavvano la ferrovia, intitolata “Quei treni alla stazione”
Per questa occasione sarò accompagnato nelle letture dal gruppo di lettura “Arci Voce”.
Il libro “La Simeide” è stato realizzato con un contributo di Fiom e Spi Cgil Ancona, Istituto Gramsci sezione di Jesi e Arci Marche.